Bande di Bollinger: Guida rapida e segnali di trading
Le bande di Bollinger sono una funzione grafica avanzata che viene usata con frequenza da chi si occupa di trading online; sono funzioni che rappresentano la volatilità e il trend di un titolo e che forniscono quindi indicazioni utili per valutare acquisti o vendite.
Nei prossimi paragrafi vedremo insieme nel dettaglio che cosa sono, come funzionano, i principali concetti alla base del loro calcolo (valore atteso e precisione) e quali segnali forniscono agli operatori di trading.
Le bande di Bollinger, in particolare, possono servirvi per capire se è o meno il momento di entrare in un mercato. interessante, no?
Tutte queste informazioni vi possono essere davvero utili se avete intenzione di avventurarvi nel trading online: il nostro consiglio per ottenere buoni profitti è infatti quello di diventare per quanto possibile molto competenti ed informati su tutti i temi e gli strumenti che potete utilizzare.
Chi ha inventato le bande di Bollinger?
Partiamo con il togliervi una curiosità: le bande di Bollinger sono ovviamente un’invenzione di John Bollinger (analista finanziario statunitense), e si tratta di uno studio relativamente recente, perché il libro in cui ha spiegato il loro uso è uscito solo nel 2002.
Ad oggi il sistema inventato da Bollinger risulta tra i più utilizzati in assoluto, per le sue caratteristiche di multifunzionalità (con un solo strumento si ottengono diverse informazioni utili) e dalla loro ottima funzionalità.
Che cosa sono le bande di Bollinger e a cosa servono
Per creare questo strumento di analisi, Bollinger è partito da una teoria già esistente, quella dello studioso John Hurst. Quest’ultimo aveva già teorizzato che intorno al prezzo di un’azione ci siano quelle che lui definiva “envelopes” (buste) di negoziazione, in grado di fornire utili segnalazioni per i trader.
Le bande di Bollinger sono una rappresentazione, sotto forma di grafico, della volatilità di un titolo; sono quindi particolarmente utili per verificare la rischiosità di un’operazione e per valutare quali azioni effettuare.
In particolare, chi si occupa di trading online le utilizza per ricavarne segnali anticipatori sull’opportunità di vendere o comprare il titolo:
- potrebbe essere opportuno vendere se il prezzo subisce un rapido aumento e poi rallenta (o comunque si riaggiusta al ribasso)
- potrebbe essere viceversa opportuno comprare se il prezzo ha subito un calo, ma questo ha poi registrato un’inversione di tendenza
I principali concetti collegati alle bande di Bollinger (valore atteso e precisione) e come vengono calcolate
Le bande di Bollinger, come descritto all’inizio, rappresentano la volatilità di un titolo; in termini statistici, la volatilità viene descritta come “deviazione standard”. Per semplificare: potete identificare la volatilità come la variazione percentuale che un titolo (un’azione) ha nel tempo.
La deviazione standard è il concetto statistico con cui si stima la variabilità di un dato: potete quindi immaginarla come la variabilità rispetto ad un valore atteso. La precisione invece rappresenta l’effettiva vicinanza dei dati rispetto al valore atteso.
Tutti questi concetti servono per il calcolo delle bande di Bollinger; infatti, per calcolarle si calcola la media mobile su un determinato numero di giorni, a questo valore va poi aggiunta (o sottratta) la deviazione standard (che in precedenza sarà stata aumentata per il valore di un moltiplicatore, definito in base alle serie storiche del titolo).
La rappresentazione grafica fornisce 3 linee, che sono rispettivamente:
- una linea centrale, che è appunto la media mobile
- una linea (banda) superiore, che è la media mobile aggiunta di 2*deviazione standard
- una linea (banda) inferiore, che è la media mobile sottratta di 2*deviazione standard
Secondo la teoria di Bollinger, il prezzo ha sempre la tendenza a tornare verso la linea centrale. Questa caratteristica viene definita tecnicamente come “ritorno alla media”: una volta che il prezzo si avvicina al suo massimo livello espansivo o restrittivo, secondo Bollinger tende a tornare verso la media e poi a proseguire verso l’estremo opposto.
Che segnali forniscono le bande di Bollinger a chi opera nel trading online
La rappresentazione grafica delle bande di Bollinger fornisce diversi segnali a chi opera nel trading: va valutata innanzitutto l’ampiezza delle bande. Quando le bande sono particolamente ampie, rappresentano un titolo che si trova in una fase di grande movimentazione; al contrario, quando le bande sono molto ristrette, significa che c’è una volatilità contenuta del titolo.
Gli analisti di trading poi, seguendo la teoria dello studioso per cui il prezzo ha la tendenza a tornare verso la linea centrale, seguono con particolare attenzione i momenti in cui il prezzo si avvicina ad una delle due bande alle estremita:
- se il prezzo si avvicina alla banda superiore o la supera, il mercato sta con tutta probabilità “iper-comprando” il titolo e si può quindi prevedere che a breve subentrerà invece un ribasso: potrebbe essere gunto il momento di vendere
- se il prezzzo si avvicina invece alla banda inferiore e supera anche questa soglia, viceversa, probabilmente il mercato sta “iper-vendendo” il titolo e si può di conseguenza prevedere che a breve subentrerà un rialzo di prezzo: potrebbe essere giunto il momento di acquistare
Forse siete curiosi di sapere quando è più elevato il rischio che le bande di Bollinger falliscano e non centrino la loro previsione. Ovviamente ci sono infatti anche momenti in cui il fatto che il prezzo “buchi” la banda superiore o quella inferiore ha un significato diverso: si dice che il prezzo ha rotto la banda e il titolo quindi si posiziona intorno ad una fascia differente (più bassa o più alta a seconda di quale banda ha rotto).
Valutare cosa fare in base alle bande di Bollinger non è quindi scontato, ed in più questa rappresentazione ha un difetto innato: le bande sono infatti considerate poco resilienti in periodi di particolare volatilità. Proprio per questa ragione, normalmente non vengono lette da sole: i trader esperti affiancano alle bande di Bollinger altri strumenti quali l’indicatore MFI (Money Flow Index) o l’indicatore RSI (indicatore di forza relativa), che sono in grado di compensare i difetti di questo metodo e di fornire ulteriori informazioni utili.
Ulteriori indicatori derivati dalle bande di Bollinger
Le bande di Bollinger hanno permesso la creazione di ulteriori indicatori, oggi molto utilizzati dai trader e utili per svolgere analisi tecniche; di seguito vedremo il più importante di questi indicatori, ovvero il Bollinger Bandwidth.
Il Bollinger Bandwidth è un indicatore che misura l’ampiezza delle bande stesse, in termini relativi. Viene calcolato come la differenza tra le bande superiori ed inferiori, diviso per il valore della linea mediana; questo calcolo permette, tra le altre funzioni, di fare migliori confronti anche tra titoli con quotazioni differenti. Permette infatti di paragonare tra loro azioni che hanno volatilità molto diverse.
Qualche regola rapida per usare le bande di Bollinger:
- Se usate anche altri indicatori insieme alle bande di Bollinger, questi ulteriori strumenti non dovrebbero essere basati sulle medesime regole di costruzione
- Siate molto cauti se intendete fare previsioni statistiche basate sulle bande di Bollinger: spesso infatti il campione usato non ha una rilevanza statistica significativa
- considerate sempre quello che leggete nel grafico come un segnale e non come un’indicazione certa: come tutti gli strumenti di trading, anche le bande di Bollinger forniscono infatti soltanto degli “indizi”, che sono tanto più affidabili se vengono affiancati da altri indizi e altri strumenti. Nessuno può considerare quindi una certezza o un mandato a vendere quanto può leggere da questi grafici.